Triunfo: la storica Cantina di Triunfo cambia pelle.

Per Aspera ad Astra.

Questo potrebbe essere il motto di Triunfo, la nuovissima attività dal 1411_949489141773109_549476646130023171_nconcept innovativo che sarà inaugurata martedì 12 gennaio 2016 alle ore 20.00, alla Via Riviera di Chaja 64.

Triunfo, infatti, nasce dalle ceneri de la Cantina di Triunfo, storico ristorante napoletano, fondata dall’omonima famiglia Triunfo nel 1890. La Cantina, negli anni, era diventata un punto di riferimento per la cucina tradizionale napoletana e anche un faro di sobrietà nel panorama culinario della città: proponeva solo due menu a servizio, uno a base di pesce, l’altro a base di prodotti di “terra”.

IMG_1132La lunga ed importante storia de la Cantina di Triunfo fu, purtroppo, interrotta da un terribile evento: il 04.03.2013, come molti ricorderanno, il crollo di Palazzo Guevara di Bovino coinvolse numerose attività commerciali e palazzi circostanti.

Tra loro anche la storica Cantina, che fu costretta a rimanere chiusa ben più a lungo di quanto non si fosse inizialmente supposto.

Ma dall’inventiva e dal coraggio di due giovani imprenditori, Antonio Triunfo, della storica famiglia, e Gaetano Russo, e grazie alla loro forte amicizia, come una Fenice, la Cantina di Triunfo è rinata in Triunfo.

Il cambio di nome, però, non è di certo l’unica novità che ci attende il 12 gennaio.

Lo stesso Gaetano ci racconta cosa sarà Triunfo:

La nostra idea è nata con una semplice stretta di mano nell’estate 2014,  complice la profonda e sincera amicizia che lega me e Antonio, un’amicizia cementata dalla stima reciproca sia umana che professionale.

La Cantina di Triunfo è rimasta chiusa fino ad oggi a causa del crollo del palazzo Guevara di Bovino, avvenuto il 4 marzo 2013; dopo quasi tre anni dalle sue ceneri nasce Triunfo,  uno spazio in chiave moderna che, però, mantiene i profumi e gli odori della tradizione, rimanendo  fedele alla guida dello storico nome Cantina di Triunfo.

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Le novità sono tante e  tutte da scoprire, Triunfo non sarà semplicemente un ristorante con cantina, ma anche un bar tabacchi, con la possibilità, mentre si sorseggia un buon caffè, di tentare la fortuna ai giochi classici della nostra tradizione come il lotto, con la possibilità di ricariche telefoniche e pagamento utenze e quant’altro. 
Triunfo sarà anche una tavola calda con pasti di pronto cucina per uffici e anche con la possibilità dell’asporto.
In omaggio alla sua storia, sarà, inoltre, cantina con vini sfusi ed etichettati, ed, infine, un ristorante sempre ispirato alla tradizione gastronomica partenopea come  è nel nostro DNA aziendale.
L’assenza nel   centro della città di un format come il nostro, ci ha spinto a IMG_1138creare per la nostra attività una realtà multifunzionale, a nostro parere impreziosita dall’apertura  h24 che, nei nostri intenti, ci assicurerà la possibilità di diventare un punto di riferimento per la città e non solo!
La nostra speranza è che Triunfo sia apprezzato, anche perché ad avviso mio e di Antonio, una realtà come questa era necessaria in una città come Napoli,  che oramai è una vera e propria metropoli con aspirazioni di internazionalità. Aprire Triunfo, infine, ha per noi anche una seconda valenza: speriamo di infondere un pò di coraggio ad altri giovani imprenditori  affinché osino di più, così tutti insieme potremo far crescere il nostro territorio e farlo arrivare al top degli standard nazionali.”
E così, martedì prossimo prenderà vita questa nuova realtà: un po’ volta al ricordo dell’incredibile e longeva storia della famiglia Triunfo, un po’ lanciata verso schemi più innovativi ed internazionali.
Andare avanti senza dimenticare la propria storia: quello che, in fondo, dovrebbe fare tutta la nostra città.
Che la fortuna possa essere sempre dalla Vostra parte, Antonio e Gaetano.
foto dal web e per gentile concessione di Rita Chiacchio, responsabile comunicazione Triunfo.
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Enter in Vitrizia’s World!

Ci sono persone, avvenimenti, imprese di cui è difficile parlare.

Perché parlare di un’impresa, a volte, è parlare della persona che l’ha creata, e così creatura e creatore si confondono in un vortice di colori, emozioni e sensazioni nel quale non sai più se stai parlando semplicemente di una o dell’altro.

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E così è quando si parla di Vitrizia: piccola impresa che vive, cresce e si fonda sulla enorme creatività, energia, allegria e sensibilità della sua creatrice, Patrizia Visone.

Patrizia Visone, napoletana, ma nata a Sidney, ha una storia personale e familiare grande come la sua anima: nata da una famiglia storicamente versata nelle arti sartoriali (quando la sartorialità napoletana faceva storia nel mondo), ha vissuto per anni, marginalizzando la sua creatività, dedicandosi ad altro.

Ma poi, le curve improvvise che solo la vita sa prendere, l’hanno convinta a dedicarsi anima e corpo alla sua unica passione: la moda.

Moda che Patrizia, anzi Vitrizia, declina in svariati  modi:

con i sognanti cappelli delle “Teste Calde“, ispirati all’onirico mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie, per una donna contemporanea che però non ha perso la sua capacità di sognare;

VTRZ FROCKcon le guerriere moderne che amano la pelle ed indossano le “Frocks” tuniche e vestiti in nappa con dettagli di frange e/o impreziosite da Swarosky, realizzate con la tecnica del patchwork dalla chiara ispirazione fantascientifica e rock, pensate per una donna che sa quello che vuole  ed osa prenderselo;

ed, infine, con “Immagina” creazioni pensate per gli allestimenti teatrali, altra grande passione che Patrizia  Visone non ha mai smesso di coltivare e che, negli ultimi dieci anni, l’ha portata a collaborare come costumista con numerose compagnie teatrali sperimentali.

E così, diventa difficile separare Vitrizia da Patrizia:  la donna e le creazioni, la capacità di creare e le realizzazioni stesse che sono parte dell’anima di Patrizia, non semplici oggetti da commercializzare.

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E per questo, non ci è voluto molto perché quello che sembrava solo un primo passo nel mondo dell’imprenditoria femminile in una seconda parte della vita di Patrizia tutta da scoprire ed inventare, è diventata poi una vera e propria attività, anche grazie all’immediato successo delle “Teste Calde”.

Un’attività che, come tutte le attività neonate, non ha bisogno solo di entusiasmo e tempo per crescere, ma anche e soprattutto di fondi.

Dopo la folgorante esperienza di Vivaio Donna, Patrizia, da vera manager contemporanea come le sue guerriere moderne in Frocks, ha deciso di lanciarsi, anche grazie al sapiente e determinante aiuto di Anna Ruggiero, in una campagna di Crowdfunding per finanziare quello che più che un sogno, oramai, è già una bella realtà.

Un Crowdfunding che in meno di tre settimane ha già dato i suoi primi notevolissimi frutti.

Fashion & Emotion” questo il nome che Patrizia Visone ha scelto per la sua rutilante campagna che è come lei: viva, colorata, entusiasmante, lieve!

Patrizia Visone è una donna che sa fare sul serio senza prendersi sul serio, mettendo in gioco tutto, anche e soprattutto se stessa, senza perdere una professionalità ed una serietà che hanno un gusto quasi “militare”.

A questo link potrete trovare tutti i dettagli per la campagna e tutti i modi per contribuire al meraviglioso progetto di Patrizia.

Il tipo di crowdfunding che Patrizia ha scelto per il suo progetto, sotto la sapiente ed affettuosa guida di Anna Ruggiero, primaria formatrice in tema di crowdfunding, è quello con ricompensa: quindi tutti quelli che contribuiranno alla campagna, avranno la possibilità di ricevere un “premio”, all made by Vitrizia.

 

Ma anche per chi non potesse e/o volesse contribuire, la preghiera è la condivisione: perché un sogno è più bello e rischia di diventare realtà se lo si sogna in tanti.

Ed il sogno di Vitrizia è bellissimo: portare colore, grinta, coraggio, allegria nella vita di tutti i giorni.

Perché sentirsi parte di un sogno, forse non è fondamentale, ma di certo aiuta a rendere più lieve la vita.

 

 

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SuperEgoVsMe incontra Andrea Boda: un ex BimboAlieno tutto da scoprire!

Come iniziare al meglio l’anno nuovo se non con un’intervista?

Lo sapete: io ho due anime.

Un po’ mi sento ancora un legale – anche se sto cercando di smettere -; un po’, mai si è sopita in me, l’anima della piccola giornalista.

E quindi una delle categorie che più amo di queste care vecchie paginette web è, sine dubio ullo, Grandi Persone Grandi Interviste, un’occasione per conversare con persone che stimo e che vorrei conosceste tutti, anche grazie ad una piccola realtà on line come la mia.

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Alcune settimane fa, Vi ho parlato, carissimi lettori di unagiovine, di Andrea Boda.

Da allora, sono cambiate alcune cose: abbiamo iniziato a collaborare e sto gestendo come Social Network Strategist la pagina Facebook del suo sito, Piano Inclinato.

Ho inoltre aperto una raccolta su Plus.Google a lui dedicata che potete trovare a questo link. Così non sarete mai digiuni di Boda, per gli amici #BodaLove.

Quindi in questo mio delirio Boda referenziale e reverenziale (se, se!), quale poteva essere la ciliegina sulla torta se non una bella intervista ad Andrea Boda in person?

Forse erigergli una statua criselefantina, ma sto avendo problemi nel reperire l’avorio.

In attesa del monumento in suo onore, intrattenetevi cari tutti, con questa gustosa intervista che Andrea ha avuto la cortesia di rilasciarmi!

 

Andrea Boda, eri un Bimbo Alieno, oggi come e, soprattutto, chi ti senti?

Stando alla bio su Twitter ora sono un “terrestre adulto”.
Di acqua sotto i ponti ne è passata, in effetti, ahimé.
Il nom de plume, l’avatar, in letteratura così come su internet, alle volte diventa quasi un scudo per chi vi si cela, come è nata la decisione di abbandonarlo?
La scelta di un avatar e di un nickname anonimo derivava dalla mia esigenza originaria di occultare la mia identità al mio datore di lavoro, che non gradiva si esprimessero opinioni indipendenti sui mercati e le evoluzioni geopolitiche o monetarie.
Passata la necessità dell’anonimato, si è presentata in contemporanea una fase di affaticamento.
Come si può leggere nel post di chiusura di “Bimbo Alieno” l’eccessivo impegno sul blog mi stava distogliendo dalle cose più importanti.
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La formula di un sito collettivo come Piano Inclinato mi ha permesso di
coniugare un minore impegno con l’esigenza di continuare a produrre materiale di qualità e, nel farlo, ho scelto di usare il mio nome reale.
Sei un uomo lieve, anche giocoso. Come concili questi Tuoi lati caratteriali con l’apparentemente evidente aridità delle operazioni di finanza?
Credo che la mia lettura lieve sia una degli elementi del successo di BimboAlieno prima e di Piano Inclinato ora: l’economia è definita la “scienza triste“, è una consapevolezza che ho da sempre, ed il desiderio di divulgarne la conoscenza non può che passare da tutto ciò che la possa rendere più accessibile: immagini, giochi di parole, allusioni cinematografiche, ironia, esempi tangibili.
Io Ti percepisco come attento, sensibile e direi perfino incline a sottolineare il senso “etico” della realtà. Tutto questo come si tiene con l’andamento totalmente avulso dai diritti e dalle esigenze dei popoli dei mercarti finanziari?
I mercati finanziari sono “bestie” strane, ma pretendere da essi un atteggiamento di cura verso i diritti dei popoli è astratto e fuorviante.
La valutazione di una azienda migliora se i suoi conti migliorano, anche se il miglioramento dei conti passa attraverso una ristrutturazione aziendale basata sui licenziamenti.
I mercati non sono specchio dei diritti, ma di diversi lati dell’animo umano: potremmo dire che i mercati finanziari sono un mezzo di locomozione spinto dai sette vizi capitali: dall’avidità alla (perché no?) lussuria.
Con un pizzico di additivo: la paura.
Descrivimi la tua routine quotidiana professionale. Adesso, immagina, come vorresti che fosse, se la potessi scegliere Tu.
Oh, mi piacerebbe tanto averne una!
Sono poco incline alla programmazione troppo metodica, le mie giornate sono fatte di incontri con le persone che assisto, presidio dei mercati, letture di aggiornamento, lunghe ore passate al telefono, meeting di lavoro con gestori e analisti, e appunti sparsi presi man mano che affiorano le idee, e che talvolta si trasformano in articoli.
Bimbo alieno, è il 2060 e gli alieni sono davvero arrivati in Italia, qual è la prima domanda che gli porresti?
Sarei curiosissimo di comprendere come abbiano viaggiato, perché è evidente che le probabilità che esistano altre forme di vita intelligente nell’Universo non siano remote, ma le distanze sono tali che allo stadio attuale dell’evoluzione della Scienza dobbiamo considerare che sebbene non siamo soli nell’Universo, di fatto è come se lo fossimo.
La velocità della luce non è fisicamente raggiungibile, pertanto se gli alieni arrivassero davvero sulla Terra avrebbero dovuto sfruttare in qualche modo a noi sconosciuto la struttura curva dello spazio-tempo.
Sì, sono un appassionato di Fisica (credevi forse che il nome “Piano Inclinato” fosse casuale?)
Internet a Te, come a me, come a decine di migliaia di persone, ha completamente stravolto la vita. Come immagini sarebbe la Tua vita reale oggi, se decidessi di non usare più i social e la rete?
Se scegliessi di non usare più la Rete mentre il resto del mondo continuasse a farlo, ovviamente mi sentirei tagliato fuori da un bel pezzo di mondo reale, altro che separazione tra reale e digitale come alcuni ancora si ostinano a fare.
Direi che potrebbe accadere se decidessi di fare lo stilita, un’ipotesi alquanto remota.
Più interessante sarebbe immaginare come sarebbe il presente se Internet non fosse mai stato inventato.
Forse ci saremmo concentrati di più su altro e “Ritorno al Futuro parte II” avrebbe azzeccato il 2015 meglio di quanto non abbia fatto.
Ultimissima domanda… sono o non sono la Tua intervistatrice preferita?
Se dico di sì, poi mi sleghi dalla sedia?
No, #BodaLove non Ti slego dalla sedia, sei il mio cliente preferito, non posso certo lasciarTi scappare 😉
Ok, ok, forse rilasciarmi un’intervista non è stato proprio frutto della cortesia di Andrea, ma del resto, Napoli non è forse più bella di Milano?
Ora Vi saluto, amici, devo portare il Financial Times ad Andrea, mi piace tenerlo informato!
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Star Wars – The Force Awakens.

locandina

locandina

Atteso come pochi eventi cinematografici al mondo, lo scorso 16 dicembre 2015, è uscito nelle sale, il settimo episodio della saga fantascientifica inventata da George Lucas.

Primo film a non essere esclusivamente prodotto da Lucas – è, infatti, prodotto dalla Bad Robot Production di J.J. Abrams e distribuito dalla  Disney Studio Motion Pictures – Star Wars: Il Risveglio della Forza è stato scritto e diretto da J.J. Abrams, l’eclettico regista, creatore e produttore di telefilm e film di fama mondiale (tra le sue più acclamate creazioni ricordiamo Lost, Fringe, alcuni film della serie Star Trek e un episodio di  Mission: Impossible).

Di Star Wars – Il Risveglio della Forza si è praticamente già detto tutto, e non sarò certo io ad aggiungere osservazioni di particolar pregio alla discussione.

Ma, del resto, proprio perché ne parlano tutti chi sono io per esentarmi dal farlo a mia volta?

Mentre sto scrivendo, arriva la prima bomba sugli incassi di Star Wars: The Force Awakens. In meno di due settimane di programmazione ed in attesa che esca nei primi giorni di gennaio in Cina, il film ha già incassato al botteghino 1 miliardo di dollari.

Ma quando gli incassi sono stati sinonimo di qualità per un film? Probabilmente mai.

Posso, pertanto, sostenere a cuor leggero che Il Risveglio della Forza sia un brutto film?

In effetti no, non mi spingerei a tanto.

Star Wars: The Force Awakens è un film spettacolare, con effetti speciali sorprendenti, con un 3d da paura, con attori, nella maggior parte dei casi,  molto convincenti. Quindi complessivamente non può di certo essere definito un brutto film.

Ma, c’è un ma, un grosso ma.

A mio sommesso avviso, Il Risveglio della Forza, nonostante gli enormi sforzi produttivi,star-wars-crop-8 nonostante la maniacalità di J.J. Abrams (o forse in parte proprio a causa di quella), nonostante la presenza della Disney, nonostante un cast convincente che unisce storiche glorie della saga a nuovi personaggi in maggior parte centrati e coinvolgenti, è un prodotto troppo pettinato, confezionato, artificiale.

In definitiva, per me la sua pecca peggiore è proprio quella di essere un “prodotto”: una macchina tritura soldi fatta per conquistare nuovi fan della saga perché generazionalmente troppo lontani dagli anni dell’uscita della prima e non coinvolti dalla seconda traballante saga, contemporaneamente non alienandosi gli storici fan dell’universo creato da George Lucas, per i quali Star Wars è quasi una religione.

Il Risveglio della Forza mi è apparso quasi un veicolo assalta botteghino e piazza gadget, operazioni, per altro, bisogna dagliene atto, egregiamente riuscite.

Eppure, nonostante il mio grande amore per Star Wars,  – un amore anche generazionale, perché, da bambina degli anni ’80, le grandi produzioni cinematografiche di George Lucas hanno inevitabilmente il sapore dell’infanzia per me – temo che questo primo episodio della terza saga mi abbia profondamente deluso.

Non perché si possa dire che non sia un film riuscito, né perché abbia delle pecche tecniche o di storyline evidenti, ma perché mi è sembrato imitativo, freddo, senza anima.

Perché le vecchie glorie della saga, mi sembra siano state usate quasi come macchiette di se stesse; perché la trama mi sembra troppo poco originale; perché perfino le ambientazioni sono meno ricche ed interessanti del solito; perché seppur serrata la pellicola mi è sembrata perfino un po’ troppo lunga.

Ma il difetto principale ai miei occhi è uno: il personaggio dell’antagonista, Kylo Ren.

Kylo Ren, Ben Solo, è il figlio di Han Solo e della principessa Leia, nonché nipote di Darth Vader.

Nonostante sia stato cresciuto dai genitori e addestrato inizialmente nell’uso della Forza dallo zio Luke Skywalker, Ben decide di passare al lato Oscuro della Forza e scala le gerarchie del Terrore, sino a diventare Comandante del Primo Ordine, un’emanazione del malefico Impero Galattico che punta alla conquista dell’Universo.

Kylo Ren

Kylo Ren

Proprio questo personaggio – che vive nell’angoscia di non riuscire ad equiparare le gesta del nonno Darth Vader, seppur interpretato da Adam Driver (attore di consolidata fama ed evidenti qualità) – è apparso ai miei occhi come il più debole del film.

Isterico, volubile, a tratti anche un po’ pavido, non ha di certo la dignità del gran Villain, elemento topico e costitutivo di qualsiasi saga epica che si rispetti, e sicuramente coessenziale nella saga di Star Wars che ci ha donato il più grande “cattivo” della storia del cinema, Darth Vader, appunto.

Quello che meno mi convince, inoltre, è proprio la performance di Driver: attore altrimenti molto convincente ed espressivo, qui probabilmente limitato da un personaggio troppo esile e troppo imitativo per essere apprezzabile.

La trama, in sé per sé, (e senza fare spoiler) appare piatta, un po’ banale e molto spesso prevedibile anche perché, in buona sostanza, è quasi un bignami dei primi tre film della serie (quelli che adesso, grazie alle seconda trilogia di prequel, sono diventati episodio 4°,5° e 6°, per intenderci).

L’effetto complessivo, per me, per il momento, è di un gran bel prodotto, creato e confezionato nei minimi dettagli per attrarre un pubblico di adolescenti e preadolescenti, creandosi, contemporaneamente, una nuova fetta di “drogati” di Star Wars che possano contribuire a comprare nuovi e sempre più complessi e costosi gadget.

Forse i già annunciati nuovi episodi contribuiranno a dare corpo  e spessore ai nuovi personaggi ed alla trama in sé e per sé.

Ma per quello dobbiamo attendere quanto meno sino a maggio del 2017, quindi avremo ancora molto tempo, avrò ancora molto tempo, per rimpiangere l’originalità e la bellezza dei veri fasti di Star Wars.

 

 

 

 

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Emilio Notte – Un pittore futurista a Napoli.

Ieri sera, giovedì 17 dicembre 2015, è stata inaugurata a Palazzo Partanna (Piazza de i Martiri, Napoli), presso la sede della Banca Fideuram, la personale “Emilio Notte – Un pittore futurista a Napoli“.

Emilio Notte, nato a Ceglie Messapica sul finire del 1800, si formò culturalmente a Napoli: più precisamente fu la sua frequentazione dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, all’epoca diretta da Volpe, a formare le basi della sua poetica artistica.

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Volpe riconobbe immediatamente il valore del giovane Notte: gli consentì di avere uno studio privato all’interno della stessa Accademia perché potesse meglio lavorare sul proprio evidente potenziale.

Dopo gli studi napoletani, Notte visse e collaborò con i pittori e gli artisti fiorentini e milanesi, entrando in contatto con i più celebri esponenti del neonato movimento futurista.

Ma l’aria di Napoli gli era rimasta nel cuore: e vi tornò, inevitabilmente, portando nella capitale del Sud Italia, del secondo dopo guerra, aria di futurismo.

L’esposizione, che sarà visitabile ad orari di apertura della filiale sino agli inizi di febbraio 2016, è composta da oltre sedici tele di grandi e medie dimensioni, che formano una piccola ma significativa antologica dei lavori del maestro.

“Emilio Notte – Un pittore futurista a Napoli” è solo la prima di una serie di mostre che si snoderanno lungo il corso dei prossimi due anni, che Franco Riccardo, gallerista, produttore ed editore di arte contemporanea, ha pensato per la Banca Fideuram.

Portare l’arte contemporanea all’interno di un istituto bancario – spiega Riccardo, curatore per questa  prima mostra anche con la co-curatela di Saverio Ammendola – è molto importante. L’arte contemporanea non deve essere solo dei Musei, dei luoghi canonici legati alla sua celebrazione. L’arte deve invadere e pervadere tutti gli spazi disponibili. Né, poi, si può sorvolare sulla circostanza che, nelle difficili compagini che l’economia sia reale sia finanziaria sta attraversando a livello globale, l’arte ancora più di prima può essere vista anche in Italia come un bene rifugio. Per me, chiaramente, l’arte, nelle sue mille espressioni, ha tutta un’altra valenza: è bene di conforto per l’anima, è motivo di discussione sociale, è riscatto, è accrescimento; ma non si può di certo negare che il suo valore economico giochi un ruolo molto importante in tempi così incerti dal punto di vista finanziario. Pertanto, ho accettato con gioia l’invito di Oscar Cardarelli ad immaginare un percorso di esplorazione della contemporaneità per la Banca Fideuram anche in considerazione dell’ambiente raffinato ed elegante in cui la filiale di Piazza de i Martiri si trova, lo storico Palazzo Partanna.”.

La mostra, accolta con grande curiosità dall’ambiente artistico e culturale della città e da numerosi clienti della Banca Fideuram, rappresenta, quindi, una prima forte e programmatica apertura della Banca all’arte contemporanea: un mezzo di accrescimento culturale ma anche economico.

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Dalisi omaggia Basile – Chiesa di Santa Sofia in Giugliano in Campania.

Oggi, sabato 12 dicembre 2015, iniziano ufficialmente a Giugliano in Campania i festeggiamenti per il 450esimo anno di nascita di GiovanBattista Basile, il famoso narratore de Lo Cunto de Li Cunti.

Giugliano, infatti, è la città che diede i natali al celeberrimo scrittore, inventore della favola moderna, le cui suggestioni, idee ed atmosfere hanno influenzato tutti i favolisti europei a lui successivi da Perrault ai Grimm.

Basile, studiato ed onorato in tutto il mondo, finalmente viene festeggiato anche nella sua città di origine, che troppo spesso è stata protagonista di accadimenti di degrado sociale, legale e culturale, senza che venisse ex adverso dedicata troppa attenzione alle sue immense risorse e al suo augusto retaggio.

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I festeggiamenti per l’imminente anniversario sopraricordato, prenderanno corpo nel prossimo anno, il 2016, con una serie di sorprendenti iniziative, ma il Sindaco Antonio Poziello e tutta la sua consigliatura hanno voluto far esordire il programma già nelle festività natalizie.

Pertanto, l’A/R Project, associazione culturale di Giugliano per la diffusione e la promozione dell’arte contemporanea, ha proposto un evento senza precedenti: un ipotetico dialogo tra Riccardo Dalisi e GiovanBattista Basile, attuato da un’esposizione, “Dalisi omaggia Basile” che verrà inaugurata oggi, 12/12/2015 alle ore 11.00 presso la Chiesa di Santa Sofia alla Piazza Matteotti.

Oltre trenta disegni che il Maestro Dalisi ha immaginato dopo un ulteriore lettura dell’opera del Basile e che traggono forza dalle favole che più hanno colpito la sua poetica creatività.

A completamento di questi irripetibili disegni, la mostra si articolerà con 12363219_10208071751862168_6310252307953017772_o

quattro grandi sculture di Riccardo Dalisi che porteranno un tocco di poesia all’interno della meravigliosa e storica chiesa di Santa Sofia, che si tramanda (tra tanti lo ricorda anche Benedetto Croce) conservino le spoglie di GiovanBattista Basile.

“Dialisi omaggia Basile”, a cura di Franco Riccardo, presidente onorario di A/R Project, e con l’allestimento di Vincenzo Riccardo, segretario dell’associazione, sarà visitabile sino al 08.01.2016 negli orari di apertura della Chiesa di Santa Sofia.

 

 

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Putin, vita di uno Zar di Gennaro Sangiuliano a Napoli.

Sbarca oggi a Napoli, il saggio biografico che sta scuotendo l’editoria italiana: Putin, vita di uno Zar di Gennaro Sangiuliano (2015 Mondadori, le Scie).

Alle ore 17 in Piazza Trieste e Trento 48 presso il Salone degli Specchi dell’Università PEGASO, sarà presentata dallo stesso autore, la sua ultima fatica editoriale: un saggio interamente dedicato a Vladimir Putin ed alla sua incredibile vita.

Un volume che sta scalando tutte le classifiche nazionali; ma, del resto, non cop.aspxpoteva essere altrimenti: in questi giorni tumultuosi per la politica internazionale, Putin sta assumendo una centralità politica ancora maggiore di quella avuta negli ultimi decenni, che pure lo hanno visto sempre in primo piano.

Putin, Vita di uno Zar è un libro agile, diviso in piccoli capitoli, snelli ma esaurienti, che esplorano i dettagli meno noti e meno divulgati della vita del leader russo, passandone un’immagine più realistica e meno stereotipale, qualsiasi sia l’opinione personale del lettore su questa figura cardine della recente storia mondiale.

Parlando di Putin, della sua carriera nel KGB, dei suoi viaggi, della sua vita personale e matrimoniale, della sua scalata verso il potere politico, Sangiuliano traccia, altresì, uno schema per comprendere i  numerosi rivolgimenti vissuti dalla Russia nel suo delicatissimo passaggio da Unione Sovietica a “mera” potenza mondiale.

Uno spaccato tanto più utile quanto non troppo conosciuto, e tanto più stimolante, perché indubbiamente funzionale alla comprensione di parte dei grandissimi attriti che proprio in questi giorni la Comunità internazionale – europea e mondiale – stanno vivendo per la crisi Russo-Turca, di cui Vladimir Putin è l’indiscusso protagonista.

Un personaggio fatto di grandi scuri, di abissi, di una quasi totale imperscrutabilità ma anche di grandi doti personali, carismatiche, politiche, logistiche che Sangiuliano sa delineare senza prendere mai una o l’altra parte, come, del resto, sarebbe il dovere di ogni vero giornalista degno di tal nome.

220px-Gennaro_SangiulianoE, infatti, niente di meno da lui potevamo aspettarci: vicedirettore del Tg1, giornalista RAI da oltre un ventennio, ex vicedirettore di Libero, sotto la direzione di Feltri, Gennaro Sangiuliano è scrittore saggistico di fama oramai consolidata.

Tra i suoi ultimi titoli spiccano i due volumi scritti in collaborazione con Vittorio Feltri per Mondadori, Quarto Reich – Come la Germania ha sottomesso l’Europa e Una Repubblica senza Patria – Storia di Italia dal 1943 ad oggi.

Sangiuliano, inoltre, è anche professore universitario di Diritto, disciplina in cui è laureato.

Quindi per capire qualcosa di più dei tremendi accadimenti che stanno scuotendo gli equilibri di forza nell’occidente (e non solo), non perdete l’occasione di leggere il saggio di Gennaro Sangiuliano, Putin – Vita di uno Zar edito da Mondadori e, se siete a Napoli,  non mancate alla presentazione di oggi.

Io ci sarò senza se e senza ma, per plaudire all’ennesimo successo di un uomo che, oltre ad essere un grande professionista, è tra le persone che ho conosciuto senza dubbio una delle più disponibili ed incoraggianti per chiunque tenti di fare informazione.

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Sono in vacanza da una vita, e perché no?!

Ciao a Tutti, amici di unagiovinedibellespes!

Chi mi segue sui miei numerosi social – e non smetterò mai di angustiarmi per la circostanza che così pochi di Voi, dolcissimi lettori, abbiano messo il like alla mia monumentale pagina personale on Facebook, tanto per dirne una! – sa bene che, da agosto, io non mi sono fermata un attimo.

Nell’ordine sono stata, dopo le normali vacanze che tutti Voi esseri umani fate, a Milano (quattro volte) a Roma, a Palermo, a Torino, a Bologna, a Ferrara, in Abruzzo, a Catania.

Sono praticamente in perenne contemplazione della mia valigia!

Eh sì, immaginate bene che io non viaggi proprio con il necessaire. Per quanto, non abbia ancora ben capito perché il concetto di necessaire debba essere così punitivo, in effetti.

Poiché la curiosità, ormai, attanaglia molti dei miei numerosi seguaci su Facebook (circa 1000 e passa persone dall’evidente buon gusto), voglio qui adesso pubblicamente dichiarare quello che faccio quando sono in giro come “fossi una bambola“!!!

SONO SOLO FATTI MIEI!!!!

ahahahahahahahha

ahahahahahahahha

aahahahahahahaha

Scusatemi, ma non ho resistito!

Era troppo una tentazione forte, e poi dovreste saperlo, io sono debole alle provocazioni.

Bene quello che, in buona sostanza faccio io, quando passo in una settimana per tre città, dormendo ancora meno di quello che normalmente io riesca a dormire, è lavorare.

Come tutti, chiaramente.

Non sono un capitano di azienda, né, fortunatamente, uno scavatore di miniera come il pirandelliano Ciaula, ma lavoro, come tutti!!

Semplicemente il mio lavoro, per mia libera ed autonoma scelta, sta cambiando.

Da una professione tradizionale e chiara come quella del legale (svolta da me per quasi dieci anni, dei quali sette e mezzo, molto intensamente, come se fosse una religione), ho deciso di ritrovare “nuovi spazi e nuovi gesti che, appartengono anche a” ME e buttarmi a capofitto in altro.

Cosa è di preciso quest’altro?

Il mio lavoro offline è praticamente diviso in due grandi direzioni: la consulenza legale (perché le abitudini sono dure a morire ed il primo amore/odio non si scorda mai), e l’ufficio stampa, le PR e la redazione e la consulenza in comunicazione per due gallerie di arte contemporanea ed un primario gallerista della stessa, Franco Riccardo.

Il mio lavoro online, invece, non è come molti di Voi della mia vita REALE sembrano credere, dire i miei affari personali su Facebook (affari personali che chiaramente su FB mai sono entrati se non nella misura in cui siano evidenti e pubblici già de facto).

Lo so, è sorprendete, vero?

La mia attività online consiste in consulenza in comunicazione e creazione contenuti per social media e community di vario tipo: la definizione di noi geek, nerd, popolo di internet dovrebbe essere Social Media Stategist & Manager nonché Social Media PR o robette del genere.

Contribuisco, inoltre, con i miei contenuti a numerosi siti, oltre che, chiaramente, gestisco il presente blog, che no, devo stupirVi ancora una volta (oggi so’ proprio generosa!) non è il mio personale sfogatoio! Per quello ho eletto alcune anime fortunate che passano la loro vita a colpi di proxac e xanax.

Da ultimo, ancora, sono diventata Moderatore sotto training Google, della Community Unofficial del Programma Guide Locali Google per la città di Napoli. E, come Guida Locale Google, ho raggiunto il quarto livello su cinque. Questa cosa, in particolare, sta rendendo molto felice la mia vita professionale, se non fosse per la poco agevole circostanza che gli hangout, le conferenze audio video di formazione, Google le fa in base all’orario di NY, cioè, solitamente, intorno alle 2 a.m. orario di Napoli. Chiaramente in inglese. E questa cosa, no, non contribuisce particolarmente bene alla mia proverbiale insonnia.

Infine, Madò quante cose che faccio!!, creo contenuti anche per stampa cartacea locale, scrivo, e, da ultimo, ho pubblicato un piccolo intervento in un catalogo di arte contemporanea.

Per questo io giro: per lavoro e per svago.

Esattamente come tutti Voi.

Solo che io lo scrivo su FB , un po’ perché devo ed è funzionale alla mia professione, un po’ perché avendola scelta come attività principale, ben potrete immaginare che internet mi piaccia!

Per tutto il resto potete chiedere a me, o consultare il mio profilo linkedin, sempre aggiornato alle mie mille perigliose iniziative.

Oppure, potete leggerVi un libro, guardarVi un film, farVi una passeggiata, perché credetemi, se mi conosceste personalmente, ben sapreste che io sono UNA PERSONA DAVVERO NOIOSA!

Me lo dicono tutti quelli che mi amano, e si sa, chi ti ama ti dice sempre la verità!

 

A presto, amici di unagiovinedibellespes!

 

ps: temo che a 34 anni non ci si possa più definire stricto iure, unagiovine. Credo che il 2016 porterà delle novità, anche, in tal senso.

 

 

 

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Woody di Federico Baccomo a Napoli!

Oggi, 21 novembre 2015, Federico Baccomo presenterà il suo meraviglioso libro Woody, Giunti Editore 2015, a Napoli.

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Sarà, infatti, ospite della associazione GuapaNapoli in Via Tino da Camaino  n.4 (80127 Napoli – quartiere Vomero), nell’ambito della rassegna “L’ironia è una cosa seria”, per presentare il suo ultimo poetico romanzo.

Con l’autore sarà presente anche Lorenzo Marone, scrittore napoletano molto apprezzato per il suo “La tentazione di essere felici”.

La presentazione, di cui allego l’evento on fb, inizierà alle ore 18.00.

Non mancate, associazione così giovani e già valevoli come GuapaNapoli vanno sostenute ed alimentate con partecipazione e presenza e poi… incontrare Federico Baccomo è sempre un privilegio.

 

All my #LoV to You, Duca!

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Introducing Andrea Boda, once upon a time BimboAlieno.

Parlare di Andrea Boda è semplice, ma anche difficile.

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Semplice, perché se solo si fa una ricerca in internet su Boda, si ha subito la percezione di chi Andrea sia, cosa faccia; è molto probabile che si riesca, con un minimo di attenzione, anche a percepirne il valore e l’autorevolezza.

Difficile, perché Boda non è un semplice contributore on line,

non è solo un referente per la stampa di finanza,

non è “soltanto” un contributore OCSE dal 2012,

non è esclusivamente un punto di riferimento per molti investitori – fVxybBKAseguiti o meno che siano da lui in prima persona o che, più semplicemente, si  affidino ai suoi consigli on e off line per operare in borsa autonomamente -.

Né, del resto, basta a definirlo, indicare la sua carica professionale: responsabile del centro di Private Banking di un istituto bancario italiano.

 

Andrea Boda è, chiaramente, tutte queste cose.

Inoltre, è, anzi è stato, anche BimboAlieno (cioè se stesso, mascherato da avatar);

è, infine, il responsabile di PianoInclinato.

Ma tutte queste definizioni, per me che lo seguo da svariati anni, come utente, e poi come “amico” da social, è molto altro.

Altro che mi viene un po’ complesso definire, ma proverò, ugualmente, a farlo:

Boda è un uomo di quarantanni, sposato, padre di famiglia, un grande professionista.

Una persona lucida, che ha una certa idea del mondo, non solo di quello finanziario.

Un’idea, francamente, per me valida.

Un’idea che lo porta ad avere ancora comprensione del micro, del più che minimo, del reale e del vero contemporaneamente.

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Lo so, mi sto incartando, ma la questione, probabilmente, è molto più semplice di come la pongo io: Andrea Boda è semplicemente se stesso.

Un essere umano come tanti altri, che però, diversamente da tanti altri, dell’autorevolezza, della competenza, dei successi, non fa un grimaldello, ma uno scudo.

Che del benessere personale e professionale fa capitale per investire su se stesso, non accumulo.

E questo si traduce in una visione ancora umana e personalizzata (nell’accezione di centrata ancora sulle persone, e non solo sui rendimenti) della sua professione.

In una divina, ma solo perché estremamente umana, capacità di intravedere il Giusto ed il Vero nel reale, unita alla divina capacità (questo dal mio punto di vista nel senso quasi stretto del termine) di non perdere il punto: l’etica e la deontologia nel mondo professionale devono necessariamente essere presenti, ma non devono neanche essere uno schermo per non agire.

Ecco, per me, per quello che vale il mio pensiero, Andrea Boda è un professionista etico, in un mondo che spesso è solo fatto di speculazione, sia in termini lati che in quelli più stringenti.

Un santo umano, un uomo che dai suoi limiti e grazie alle sue virtù, progredisce e rende semplice ciò che semplice non può esserlo, con il solo potere del sorriso.

 

Per tutto questo, è per me un  piacere, poter comunicarVi che a breve pubblicherò un’intervista che Andrea mi rilasciato ultimamente.

Seguite Boda ovunque sia, e, chiaramente, ovunque vogliate.

Anche se non seguite, né avete interessi , circa la finanza.

Una voce chiara, pulita, lieve, ora forse serve a tutti.

Boda, per me, ce l’ha.

 

 

foto e video dal web.

 

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